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Ginecologia: diagnosi ed evoluzione del tumore alla cervice uterina

Ginecologia: diagnosi ed evoluzione del tumore alla cervice uterina

Su questo blog abbiamo già approfondito il tema delicato del cancro alla cervice uterina sotto l’aspetto della prevenzione (leggi qui l’articolo). Oggi vediamo nello specifico come e quando viene diagnosticato nel paziente che si sottopone ad un controllo per verificarne l’effettiva esistenza.

 

La diagnosi del cancro alla cervice

Se effettuato regolarmente, lo screening tramite Pap-test e HPV-test (ne abbiamo parlato qui) permettono di diagnosticare il tumore in fase molto iniziale o addirittura precancerosa.

La cosiddetta Classificazione di Bethesda viene applicata sui risultati del Pap-test tenendo conto di alcuni parametri validi a livello internazionale. Tramite questa lettura, il medico è in grado di stabilire il grado di aggressività di un’eventuale alterazione pre-cancerosa e può così decidere quale strategia di intervento adottare per ottenere la migliore efficacia possibile.

Se l’esito del Pap-test è negativo, è possibile effettuarne uno nuovo anche dopo 3 anni. Se invece il medico riscontra la presenza di anomalie o campanelli d’allarme, prescrive ulteriori esami per vederci più chiaro e certificarne l’entità: la colposcopia, ad esempio, o la ricerca del DNA del virus del papilloma umano (HPV).

La ricerca viene effettuata poichè la presenza nelle cellule di DNA virale può voler dire che il paziente corre il rischio di una trasformazione in senso canceroso delle cellule della cervice uterina.

L’esame della colposcopia richiede giusto qualche minuto, è indolore e viene eseguito direttamente dal ginecologo in ambulatorio. Consiste nell’osservazione ravvicinata della cervice uterina attraverso un particolare microscopio che illuminare ed esamina la regione interessata. La fase di osservazione è sempre preceduta da un trattamento a base di acido acetico da parte del medico, utile a mettere in risalto eventuali aree contenenti cellule anomale. Nel caso in cui se ne riscontri la presenza, le suddette cellule vengono prelevate con un apposito strumento ed analizzate dettagliatamente al microscopio.

Lo step successivo alla diagnosi di cancro della cervice uterina vede la prescrizione di diversi esami tra i seguenti possibili per determinare con precisione l’estensione del tumore:

  • Tomografia computerizzata (TC)
  • Tomografia a emissione di positroni (PET)
  • Risonanza magnetica

Gli stadi evolutivi del cancro alla cervice

Il sistema FIGO 2009 (Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia) classifica il tumore della cervice uterina in quattro stadi a seconda della diffusione nell’organismo.

  • Stadio I: l’estensione del tumore è confinata alla cervice uterina;
  • Stadio II: il tumore ha raggiunto la parte posteriore dell’utero, ma non ha invaso la pelvi o la parte inferiore della vagina;
  • Stadio III: il tumore ha raggiunto e invaso la parte inferiore della vagina, la pelvi o i reni compromettendone il funzionamento;
  • Stadio IV: il tumore si è esteso negli organi vicini (vescica o retto) invadendoli e causando il rischio di origine di metastasi in organi più lontani.

 

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